Il mattino dopo non vado via. Verso le dieci a.m. sono già in strada. E vengo immediatamente agganciato da due
Jineteros, che secondo la mia guida vuol dire “seccatori da strada”
“Hey amico, fermati un attimo…sei italiano vero? (me lo dicono in italiano)
Ora: io non ho l’aspetto dell’italiano. La mia pelle molto chiara e la cuperosi del viso mi fanno assomigliare a uno che viene un po’ più da nord. E infatti molti di questi scocciatori mi si rivolgono in inglese. Qualcuno mi chiede se sono olandese. Sui vestiti, maglietta e calzoncini molto semplici, non ho assolutamente scritte in italiano. Allora mi prende la curiosità.
_” Sì, è vero. Come fate a saperlo?”
Sono due ragazzi piuttosto giovani, capelli corti, scuretti di pelle. Praticamente dozzinali.
_ “Le scarpe. Porti le Lotto” .
E dire che pensavo che indossare questa marca aumentasse il mio anonimato. Mah, forse sono stati solo fortunati.
_” Amico vieni a fare un giro con noi. Noi siamo della città, ti facciamo vedere tutto quello che c’è da vedere, ti spieghiamo tutto molto meglio di qualsiasi libro”
_ “Mah, veramente non credo che…”
_ “Non aver paura amico. Qui siamo a Cuba, non in Italia. Su quest’isola ci sono nove milioni di persone, quattro milioni di poliziotti e un solo padrone:
Fìdel. Qui non c’è criminalità, niente mafia, niente
Totò Riina. Non corri nessun pericolo, non aver paura.
Noi non vogliamo soldi, lo facciamo per uno scambio culturale: tu ci racconti un po’ del tuo paese e noi ti facciamo vedere il nostro.”
Non è che io sia totalmente sprovveduto ma, anche se l’ultima frase mi è suonata subito assolutamente falsa, il resto del discorso è plausibile.
E siccome non c’è truffa senza un po’ di complicità da parte del pollo, io faccio la mia parte. E accetto di seguirli mentre mi fanno da guida.
_ “Bene amico. Solo una cosa: tutte le volte che incontriamo un poliziotto noi andiamo un po’ più avanti e fingiamo di farci gli affari nostri. Sai, è illegale per noi intrattenere rapporti con uno straniero.”
Vero. E allora com’è che ieri sera ho girato tranquillamente con una signora al mio fianco, incontrando almeno venti poliziotti, senza che nessuno dicesse niente? Semplice: con le donne non ci sono problemi. Non ci devono essere. Se no chi ci viene più su quest’ isola?
Dico loro che l’
Habana vieja l’ho già vista ieri sera e mi faccio portare:
- in banca (avevo bisogno di prelevare)
-alla centrale dei telefoni pubblici (avevo bisogno di telefonare)
poi loro mi portano:
- al
Capitolio, il parlamento, che è una copia del Campidoglio di Washington.
- al
Barrio Chino - il quartiere cinese
_ “Amico, ci facciamo un mohito?”
_ “Ok” (5$ l’uno = 15$)
-in un mercato popolare e in un dedalo di strade del loro quartiere,
Habana Centro
_”Amico ci offri una canna? ”
_”Ok” (3$, ne sborso 5 e non vedrò mai il resto)
Mi portano in casa di uno di loro, mi fanno conoscere la famiglia, poi andiamo sulla terrazza in cima alla palazzina e ci facciamo lo spinello.
Mi portano anche nella loro chiesa, esempio del sincretismo religioso che qui a Cuba ha prodotto la cosiddetta
Santerìa.
Gli schiavi africani venivano obbligati a convertirsi al cristianesimo, e così per continuare ad adorare le loro divinità le associavano al culto di un santo cattolico. Nella chiesa infatti ci sono tanti santini, i miei accompagnatori fanno il giro baciandoli tutti, uno per uno e chiamandoli coi nomi delle divinità africane.
es.
Chango - dio della guerra, del tuono, del fuoco alias
Santa Barbara
Babalu Aye - dio dei lebbrosi, della medicina alias
San Lazzaro
Ogun - dio del ferro, della saggezza e delle montagne alias
San Pietro
A questo punto si va a pranzare in un
Paladar, un ristorante privato. ( 10$, prezzo piuttosto basso perché i compari si fanno dare i soldi da me col padrone fingono di pagare loro)
Poi torniamo all’hotel in risciò. (1$)
Entriamo nella hall e a questo punto mi dicono
_” Bè, guarda.. per l’accompagnamento vorremmo chiederti una mancia... tipo 20 dollari, dieci a testa”
Io ancora non mi rendo conto bene della realtà che mi circonda, però capisco che è una fregatura in piena regola. E d’altra parte di cosa mi lamento? Non era forse farmi fregare il mio scopo, fin da quando ho accettato la loro compagnia? Accetto senza batter ciglio.
Nel momento esatto in cui sto consegnando loro i soldi, un gigantesco poliziotto dà due colpi di manganello sulla vetrata della hall. Indica col dito le mie due guide e gli fa cenno di venire da lui. I due non dicono una parola e si precipitano dall’agente, che ne chiama uno in disparte e comicia a compilare un foglio.
_ “Cosa succede?”
_ “ Niente, ci ha beccato sul risciò insieme a te e ci ha seguito”
_” E adesso?”
_” Non c’è problema, ci fa una multa”
_ “Mi spiace” [godo]
_”Non preoccuparti, se vuoi ci rivediamo domani”
_” No. No no. Domani scappo -pardon- me ne vado dall’Havana.
Il pomeriggio tardo, girando per l’Avana, finisco per chiedere informazioni su non so quale strada a due tipi che cercano di agganciarmi.
_”Dicci dove vai stasera amigo”
_”Non ne ho la più pallida idea”
E li smollo.
Quella sera vado prima al Jazz club e poi in una discoteca del
Vedado, Las Vegas.
E neanche a farlo apposta: ci i sono i due tipi che qualche ora prima avevo smollato. Sfiga! Con tutti i posti che ci sono all’Havana.
_ “Amigo, che fortuna averti reincontrato. Sai, con tutti i posti che ci sono…”
Appunto
Mi presentano Yarianne.
Ecco: la solita jinetera. Perché io giassò che è una jinetera. Almeno lo immagino.
Però. Però... . Però. Però è anche una mulatta incantevole.
Troppo incantevole. Infatti balla con me tutta la sera strusciandosi incantevolmente. Tra un ballo e l’altro, consumazioni per tutti (io, lei e i suoi due amici) offerte da me, una foto (polaroid) scattata da un fotografo ambulante e offerta da me, e l’immancabile rosa del venditore ambulante. Bè, questa almeno è ovvio che sia offerta da me.
Con tutto ciò bisogna dire una cosa: a differenza di tutte le jinetere Yarianne non è invadente. Guardandomi intorno vedo le altre che non mollano un attimo la loro preda. Yarianne invece mi sembra molto più naturale. Ha anche altri amici cubani, a parte i due che me l’hanno presentata. E spesso parla, balla e scherza anche con loro. Ma allora, è una jinetera o no?
Come fanno spesso le ragazze da quelle parti, mi chiede se ho già provato una cubana. Le rispondo di sì, ma che non è stato proprio piacevole. E le racconto per sommi capi la storia del giorno prima. Le dico che non mi piace pagare. Lei afferma che invece è giusto. Ma lo dice con un sorriso tra le labbra, che non si capisce
A fine serata dice che vuole venire con me, fare l’amore con me, eccetera.
Le dico che però sono in albergo, e c’è qualche problema. Che domani cambio e vado a stare in una
casa particular, ma per stanotte sono ancora lì.
_ “Allora amor, ci vediamo qui domani sera. Balleremo e poi andremo a fare l’amore…”
Mah.
Uscendo dalla discoteca penso a due cose. Primo: che lei mi piace da impazzire. Secondo: che di fare sempre il pollo comincio ad averne abbastanza.
Prevarrà la seconda cosa.
(continua)